Cari tutti/e,
Forse negli ultimi giorni avrete sentito delle notizie sulle manifestazioni a Atene e in altre cittá greche, manifestazioni queste, scatenate dopo la morte di un ragazzo di 15 anni, ucciso da un poliziotto.
Sono quasi sicuro che la maggioranza di voi, e vi capisco, non sia molto interessata ai problemi sociali della Grecia
Ma, da un altro lato, sono quasi sicuro che siate interessati per la qualitá delle notizie che ricevete, e riceviamo, dal resto del mondo.
E se questa qualita é espressa nella recente “analisi” della situazione data per alcuni mezzi di comunicazione sociale internazionale, come quelle di Malcolm Brabant delle BBC o Jonh Carr del times, allora, scusate, ma la qualitá é terribilmente bassa.
Leggendo queste notizie potremmo restare dell’idea che i recenti fatti della Grecia hanno come base una vaga tendenza “storica” dei greci a ribellarsi contro l’autoritá – come se i manifestanti furiosi e le molotov lanciate nei commissariati nelle ultime notti fossero in qualche modo direttamente relazionati con la cultura bellica degli Spartani o addirittura, secondo l’opinione sostenuta da Jonh Carr, con la cultura della guerra dei Troiani.
Ma, oltre alla Terra degli Sterotipi, esiste anche un luogo chiamato mondo reale.
E in questo mondo, la polizia greca resta impunita per tutto, includendo, letteralmente, per l’assassinio. Una, un’altra e un’altra volta ancora. Loro possono picchiare immigranti nei commissariati, senza che nessuno venga accusato o arrestato. Loro sono autorizzati, o meglio, incoraggiati, a fomentare un’attitudine basata sulla forza e sulla violenza nei confronti dei cittadini.
In questo mondo i greci soffrono in una maniera cronica di un elite politica e economica corrotta che, negli ultimi anni, é stata costantemente inserita in scandali con denaro e terreni pubblici; quest’elite intanto si rifiuta, senza vergogna, di chiedere scusa e molto meno di accettare riforme.
In questo mondo quasi tutti i greci com meno di 25 anni sanni di appartenere a quella che é conosciuta ovunque come “la generazione 700 euro”, la prima generazione dopo la seconda guerra mondiale che cresce con la certezza che vivrá una situazione peggiore rispetto a quella dei propri genitori. Una generazione con poche prospettive in un futuro migliore e con ancora meno speranza in questo futuro .
È in questo mondo – e non nel mondo dei commentatori con inclinazioni archeologiche – che un unico proiettile puo accendere una rabbia che é cresciuta com un ritmo costante negli ultimi anni; e, con una nota positiva ma prudente, a accendere anche un’anima pubblica, di cui c’é tanto bisogno, alla ricerca di un paese.
È ovvio che non ha senso chiedervi di fare qualcosa per questo. Ma é necessário chiedervi di fare qualche cosa.
La prossima volta che leggerete “manifestazioni senza senso” in un altro paese, per piacere, fermatevi un secondo a pensare in quello che l’occhio giornalistico é incapace di vedere.
E, per piacere, ricordate alle persone di non bruciare le proprie cittá solo perché hanno un cattivo umore nazionale.
Grazie per l’attenzione e buon anno.
[questo testo non é mio, l'ho tradotto dal testo di un amico, ma é pubblico. Usatelo stampatelo, mettetelo nei vostri blog]
grazie
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