giovedì 18 dicembre 2008
in grecia 2
stiamo già piangendo.
Questa é la fine di una lettera degli amici di Alex, il ragazzo greco ucciso dalla polizia. L'ho trovata su globalproject.info, ok non so se é vera o no perche a noi (EXARCHIALx) non é arrivata dai nostri contatti greci. In ogni caso, che sia vera o no, tocca.
lunedì 15 dicembre 2008
in grecia
Cari tutti/e,
Forse negli ultimi giorni avrete sentito delle notizie sulle manifestazioni a Atene e in altre cittá greche, manifestazioni queste, scatenate dopo la morte di un ragazzo di 15 anni, ucciso da un poliziotto.
Sono quasi sicuro che la maggioranza di voi, e vi capisco, non sia molto interessata ai problemi sociali della Grecia
Ma, da un altro lato, sono quasi sicuro che siate interessati per la qualitá delle notizie che ricevete, e riceviamo, dal resto del mondo.
E se questa qualita é espressa nella recente “analisi” della situazione data per alcuni mezzi di comunicazione sociale internazionale, come quelle di Malcolm Brabant delle BBC o Jonh Carr del times, allora, scusate, ma la qualitá é terribilmente bassa.
Leggendo queste notizie potremmo restare dell’idea che i recenti fatti della Grecia hanno come base una vaga tendenza “storica” dei greci a ribellarsi contro l’autoritá – come se i manifestanti furiosi e le molotov lanciate nei commissariati nelle ultime notti fossero in qualche modo direttamente relazionati con la cultura bellica degli Spartani o addirittura, secondo l’opinione sostenuta da Jonh Carr, con la cultura della guerra dei Troiani.
Ma, oltre alla Terra degli Sterotipi, esiste anche un luogo chiamato mondo reale.
E in questo mondo, la polizia greca resta impunita per tutto, includendo, letteralmente, per l’assassinio. Una, un’altra e un’altra volta ancora. Loro possono picchiare immigranti nei commissariati, senza che nessuno venga accusato o arrestato. Loro sono autorizzati, o meglio, incoraggiati, a fomentare un’attitudine basata sulla forza e sulla violenza nei confronti dei cittadini.
In questo mondo i greci soffrono in una maniera cronica di un elite politica e economica corrotta che, negli ultimi anni, é stata costantemente inserita in scandali con denaro e terreni pubblici; quest’elite intanto si rifiuta, senza vergogna, di chiedere scusa e molto meno di accettare riforme.
In questo mondo quasi tutti i greci com meno di 25 anni sanni di appartenere a quella che é conosciuta ovunque come “la generazione 700 euro”, la prima generazione dopo la seconda guerra mondiale che cresce con la certezza che vivrá una situazione peggiore rispetto a quella dei propri genitori. Una generazione con poche prospettive in un futuro migliore e con ancora meno speranza in questo futuro .
È in questo mondo – e non nel mondo dei commentatori con inclinazioni archeologiche – che un unico proiettile puo accendere una rabbia che é cresciuta com un ritmo costante negli ultimi anni; e, con una nota positiva ma prudente, a accendere anche un’anima pubblica, di cui c’é tanto bisogno, alla ricerca di un paese.
È ovvio che non ha senso chiedervi di fare qualcosa per questo. Ma é necessário chiedervi di fare qualche cosa.
La prossima volta che leggerete “manifestazioni senza senso” in un altro paese, per piacere, fermatevi un secondo a pensare in quello che l’occhio giornalistico é incapace di vedere.
E, per piacere, ricordate alle persone di non bruciare le proprie cittá solo perché hanno un cattivo umore nazionale.
Grazie per l’attenzione e buon anno.
[questo testo non é mio, l'ho tradotto dal testo di un amico, ma é pubblico. Usatelo stampatelo, mettetelo nei vostri blog]
grazie
sabato 6 dicembre 2008
giovedì 27 novembre 2008
lunedì 10 novembre 2008
venerdì 7 novembre 2008
cena di corso
usciti dal ristorante, tipica sosta lunghissima sul marciapiede e successivo trasferimento in una semidiscoteca, attratti dal buono per una bevanda gratis. il dj aveva tipo 50 e credo che usasse la musica degli inizi della sua carriera (anni '90), io ho richiesto prontamente la mia bevanda gratis e ho pensato: "cazzo se i miei figli diventano dei discotecari e fanno gli idioti ballando la musica house (eelst) li porto in montagna per farli vivere l' adolescenza in un ambiente molto piú sano, l'osteria."
mercoledì 5 novembre 2008
powerpoint
odio i professori che si limitano a leggere le loro presentazioni in powerpoint a lezione, vai a insegnare nelle universitá a distanza, cretino!
odio che mi si dica che il nostro powerpoint non é creativo, perché l'obbiettivo era che fosse chiaro e formale.
odio i powerpoint creativi con delle immagini sotto il testo, cosi non si legge il testo.
odio le immagini pixellose nei powerpoint.
credo che avere immagini scaricate dalla prima pagina di "google immagini" in un powerpoint per un lavoro all'universitá sia per lo meno innopportuno.
nonostante tutto questo credo che dovró fare delle altre presentazioni in powerpoint.
martedì 21 ottobre 2008
doclisboa-locandina-
venerdì 17 ottobre 2008
scappare alla modernitá
Nessuna certezza per il futuro. Il capo lo incita: le tue cuffie sono un fucile, colpisci
Io cavia nel call center
cronaca di una vita precaria
di SANDRO DE RICCARDIS
MILANO - Sono l'operatore 172. Ho risposto a un annuncio su Internet spedendo via e-mail il mio curriculum, e dopo il colloquio sono qui, con le cuffie in testa e il microfono che mi sfiora le labbra, a proporre a decine di titolari di partite Iva di lasciare Telecom e passare a Infostrada. Ho lavorato una settimana alla Mastercom, azienda di telemarketing e teleselling nella zona industriale di Assago, hinterland di Milano, un cubo di vetri a specchio e cemento a pochi passi dalla tangenziale Ovest, costola di un gruppo in espansione con nuove sedi a Roma e Benevento.
Dopo la selezione, ho trascorso giorni in azienda senza aver firmato nessun contratto. Ho visto i 1200 euro lordi assicurati dai selezionatori, al colloquio e nei primi due giorni di formazione, diventare 800 al mese lordi (appena 640 netti), mentre le provvigioni promesse si sono ridotte in ventiquattr'ore della metà. Ho conosciuto universitari che non ce la fanno a pagarsi gli studi, ragazzine appena diplomate reduci da altri call center, segretarie trentenni licenziate e sostituite da giovani con contratto da apprendista, laureati con titoli improvvisamente inutili. Tutti senza altra chance che essere qui.
Mi pagano 4 euro netti l'ora. Contratto di collaborazione occasionale per trenta giorni, poi a progetto. Otto ore al giorno - 4 e mezzo il part time - di fronte a un monitor che passa in automatico i dati degli abbonati Telecom da contattare. Promettono un mensile di 1200 euro e provvigioni di 20 (contratto Voce) e 25 euro (contratto con Adsl) per ogni nuovo cliente rubato alla concorrenza.
"Qualcuno qui guadagna più di me - spiega Massimo, il selezionatore, al colloquio -. La media dei contratti di ogni operatore è di 3,9 al giorno". Nessuno però spiega il trucco contabile: il calcolo dell'azienda è su 30 giorni lavorativi perché alla Mastercom si lavora dal lunedì al venerdì. Così trenta giorni, il loro "mensile", corrispondono a sei settimane. Un mese e mezzo. E i 1200 euro promessi diventano nella realtà 800 euro al mese. Lordi. Appena 640 netti. Pagati a 60 giorni. Una cifra che nessuno pronuncia mai, un equivoco che gli altri 16 ragazzi che entrano con me in azienda capiranno molto tardi.
Alla Mastercom il turnover di operatori è continuo: ogni lunedì entrano tra i dieci e i venti nuovi lavoratori, altrettanti abbandonano. Con me ci sono quattro ragazzi e 12 ragazze. Dai 19 anni di Antonella e Giovanna, appena uscite dalle superiori, ai 38 di Carla e agli "oltre 40" di Alessandra, che s'imbarazza a rivelare l'età e a dire che sta provando a riprendere a lavorare dopo nove anni, dopo un divorzio. Ci sono anche 4 stranieri: Frida che viene dal Ghana e Salomon dal Camerun, Betsy dall'Ecuador e Lidia dal Venezuela. Tutti ventenni, seconda generazione di famiglie arrivate in Italia quando loro erano bambini. Sono i nuovi italiani: scuole a Milano, ottimo italiano, ambizioni di un futuro diverso da quello dei genitori.
Molti arrivano dai call center di Monza, Cesano Boscone, Milano città, "dove si lavora 24 ore su 24, dal lunedì alla domenica, come robot". O da centri commerciali, ristoranti, locali nel cuore della movida milanese dove "una notte di lavoro, dalle 19 all'alba viene pagata 50 euro in nero a fine serata".
I primi due giorni di formazione - non retribuiti, anche se è a tutti gli effetti attività lavorativa che dev'essere pagata dal datore di lavoro - sono una full immersion di marketing e psicologia della vendita. Con qualche trucchetto per produrre di più. Uno riguarda il modem per Internet. "Si può noleggiare o acquistare - spiega chi ci istruisce - . Al telefono col cliente, abbassate la voce come se state rivelando un segreto poi sussurrate: "Guardi, glielo dico senza farmi sentire sennò mi licenziano. Lo compri, costa solo 17 euro, le conviene piuttosto che pagare 3 euro ogni mese. In realtà lo state fregando. Presto si romperà, e l'azienda non ha nessuna voglia di fare manutenzione".
Le ore passano tra simulazioni di telefonate, studio delle obiezioni che riceveremo, illustrazione dei contratti da proporre. "Dovete essere lo specchio dell'altro. Capire i desideri dell'acquirente, agire sulla parte emotiva - ci dicono - . Fare come scrive Pirandello. Cambiare ogni volta maschera. Se ci pensate, noi vendiamo sempre qualcosa: le idee, la nostra immagine, le nostre scelte".
Fino al mercoledì, terzo giorno di lavoro, nessuno vede un contratto. Così nel cortile nascono complicati dibattiti sullo stipendio, con i telefonini che si trasformano in calcolatrici. L'atrio all'ingresso è l'unico spazio all'aperto. È qui che si fa pausa per caffè e sigarette. Qualcuno dell'azienda ci vede e ci rassicura, almeno sulle provvigioni: "20 euro per contratto voce, 25 Adsl". Poi si passa in sala training e da mezzogiorno iniziamo a fare le prime telefonate. "Ricordate Full metal jacket? - dice Alex, il nostro team leader - Il soldato diceva "Il mio fucile è il mio migliore amico, è la mia vita. Senza il mio fucile io sono niente". Il nostro fucile sono le cuffie. Con loro dobbiamo saper colpire il bersaglio".
Con il nostro fucile, siamo operativi davanti ai pc senza aver firmato nulla. Come se paga, provvigioni e condizioni contrattuali fossero una variabile indipendente dal nostro lavoro. Ma ecco, due minuti prima della pausa pranzo, quando non vogliamo far altro che scappare a mangiare, arrivano i moduli per la firma. "È il contratto standard dei collaboratori occasionali" spiegano a chi si dilunga a leggere. Molti capiscono solo ora che i 1200 euro di stipendio coprono sei settimane di lavoro e non un mese. E che non è detto che le nostre provvigioni saranno di 20 e 25 euro: la terza pagina da firmare è un elenco indistinto di gettoni da 5 a 25 euro.
Per tutto il pomeriggio di mercoledì, le nostre telefonate raggiungono il segmento di clienti Telecom ULL (Unbundling local loop), quelli che sono rimasti sempre fedeli all'ex monopolista e a cui si propone il distacco totale dalla vecchia Sip. Poi, all'improvviso, giovedì, il nostro team leader blocca tutto. "Siete un gruppo molto affiatato, l'azienda vuole scommettere su di voi. Da ora chiamerete un'altra categoria di clienti".
Soddisfatto dei complimenti, tutto il gruppo - tranne tre che restano sui vecchi contratti - inizia a chiamare i "silenti", i clienti che ai tempi delle prime liberalizzazioni sono passati a Infostrada pur dovendo pagare doppio canone, e che per questo sono rimasti a Telecom. "Si tratta di convincerli a tornare", ci dicono. Partiamo con le telefonate ai Wrl (clienti fuori copertura). Per scoprire, soltanto il giorno dopo, che per questi contratti le provvigioni non sono di 18 e 25 euro ma 8 e 12 euro. Meno della metà. Nessuno ce lo dice. "Per ora è cosi" rispondono quando chiediamo spiegazioni. Ma nessuno ribatte.
E nessuno reagisce alle proteste delle persone a casa, alle offese e alle minacce di denuncia. Ci hanno insegnato che dobbiamo essere più forti delle difficoltà. Mi metto in contatto con un clic con ogni partita Iva che appare sul monitor. Da Bolzano a Siracusa, chiamo tappezzieri e pizzerie, parrucchieri e macellai, studi di architetti e avvocati, profumerie e scuole guida, imprese edili e meccanici.
"Oggi è la 14esima volta che ci chiama qualcuno" rispondono all'Oasi del capello di Broni, provincia di Pavia. "Siete ossessivi" dicono da un negozio di giocattoli di Potenza. "Bombardate dalla mattina alla sera" si sfoga un medico calabrese. Perché quando qualcuno non accetta la proposta, l'ordine non è di escluderlo dal database, ma di rimetterlo in circolo per essere richiamato tra poche ore o tra una settimana, a secondo della violenza della sua protesta. Il contrario di quanto stabilisce il Garante della privacy che dal dicembre 2006 obbliga i call center a "rispettare la volontà degli utenti di non essere più disturbati".
I miei colleghi che misurano ogni euro del loro lavoro, si accorgono così che non è tanto facile acquisire clienti. Anche se per giorni ci hanno ripetuto il numeretto magico di 3,9 contratti stipulati ogni giorno da ogni operatore. Tra mercoledì e venerdì facciamo tre contratti. Lunedì, ultimo giorno di lavoro, un paio. In fondo alla sala, sulla lavagna c'è il nome di ognuno di noi: in rosso c'è l'obiettivo che si è dato prima di partire, accanto uno smile per ogni contratto realizzato.
In queste sale non c'è il rito motivazionale che si vede in Tutta la vita davanti, il film di Paolo Virzì sul mondo dei call center, ma a ogni contratto concluso dai nuovi, c'è in sala training l'applauso dei colleghi. E così avviene nella sala grande se qualcuno raggiunge il numero di contratti per ottenere il bonus in busta paga. Un concetto ce l'hanno spiegato subito: serviamo solo se vendiamo. Perché la somma dei nostri contratti fa il risultato del team leader, i loro risultati sono il target della Mastercom col committente, Wind-Infostrada.
"Ma se l'azienda fissa gli obiettivi, mette a disposizione le sue strumentazioni e gestisce turni e assenze, si configura una posizione da lavoratore dipendente", spiega Davide Ferrario, del Nidil, il sindacato dei precari della Cgil. Dopo una settimana, il mio gruppo non esiste più. Eravamo in 17 il primo giorno, siamo rimasti in 5. L'ultimo contratto che vedo è di Luca, rimasto in sala training una settimana in più, mentre quelli arrivati con lui sono già nella sala grande. È stato 15 giorni in attesa di questo momento: contratto Adsl a una romena di 18 anni. A fine giornata, tira fuori il telefonino e immortala l'evento. Fa una foto alla lavagna col suo nome accanto al disegno di un visino sorridente.
(Repubblica.17 ottobre 2008)
Tempo fa ho fatto un colloquio per un call center a Lisboa che operava con telefonate per l'Italia, era uno di quelli che la gente chiama se ha bisogno, ma mi ha spaventato lo stesso, tantissimo.
Leggendo quest'articolo mi spavento molto di piú e tiro un sospiro di sollievo.
Sono molto molto molto contento del mio lavoretto con le feste di compleanno, anche xché questo sabato saró un pirata e un indiano yeah.
giovedì 2 ottobre 2008
universitá.primo comunicato
é da molto che non scrivo e ci sono molte cose su cui scrivere.
ho cominciato l'universitá, questo lo sapete giá, ma non sapete (credo) che qui ci sono delle tradizioini accademiche, le praxe, per cui i caloiros, gli studenti del primo anno, sono sottoposti, nella prima settimana di lezione, a scherzi, canzoni e altre cose stupide tipo rotolare per terra, portare la borsa ai piu vecchi, farsi pitturare la faccia e cose idiote di questo genere. Durante questa pagliacciata i veterani indossano un vestito nero con giacca e cravatta e un mantello nero.
Inutile dire che, fin dal primo giorno, mi sono rifiutato di sottopormi a una cosa del genere cercando di spiegare le mille contraddizioni che incontravo:
-"se é una questione di etá, io sono piú vecchio di te, studentessa del terzo anno"
-"se volete continuare la tradizione (nata a Coimbra -ndr-) non dovresti portare gli orecchini e dovresti avere il traje (il vestito nero) tutti i giorni"
-"questa non é un'univeristá. é un istituto politecnico"
-"se é per aiutarmi a orientarmi nelle varie sale, grazie ma riesco a farlo da solo"
-"se é una questione di integrazione, io non voglio che la scusa per fare amicizia con gli altri caloiros sia l'essere nella stessa situazione umiliante"
"grazie ma non sono qui per giocare alla naja, ho fatto il servizio civile io!"
Oppure: stralci di dialoghi (tradotti per voi yeah):
-"ciao sei un caloiro?" "no, mi chiamo matia"
-"adesso ti coloro la faccia" "ma chi cazzo sei?non ti ho mai visto, cosa vuoi pitturarmi la faccia? sparisci"
-"guarda che se non fai la praxe poi non puoi vestire il nostro vestito nero col mantello!""ottimo :-) "
La prima settimana di lezioni é stata un po' strana xché tutti quelli del mio corso (siamo circa un 25 o 30) erano a fare 'ste cagate e io ero a leggere o a esplorare l'universitá. Bisogna dire che ci sono dei veterani (o meglio veterane xché sono quasi tutte ragazze qui) simpatiche che mi hanno aiutato e che ho conosciuto, ma alcune erano proprio stronze come solo le donne possono essere stronze quando vogliono, con una faccia brutta e cattiva e una voce fastidiosamente acuta.
Ora ho giá conosciuto i miei compagni di corso e sono simpatici, sono piccoli perche sono appena usciti dalle superiori e credo si noti la differenza di etá, ma va tutto bene.
.
Oltre a questo l'universitá é bella, ci sono molti corsi pratici come teatro e interdisciplinaritá, officina di animazione musicale, officina di tecniche artigianali, espressione musicale e altre piú teoriche tipo seminario questioni sociali contemporanee, ma la cosa piú figa é la valutazione continua. Con questa valutazione continua invece che fare l'esame il professore tiene conto della partecipazione in aula e di uno o piú lavori di gruppo che faremo durante il semestre, oppure di un lavoro di gruppo e un lavoro individuale. Per me é ottimo perché, in teoria, nei lavori di gruppo scritti non dovrei avere molti problemi con l'ortografia e a lezione riesco sempre a intervenire o per esprimere un'opinione seria o anche solo per una cosa o una parola che non ho capito, cosí sembra che partecipo tantissimo yeah, in realtá partecipo davvero. Poi se voglio posso lo stesso fare l'esame.
Ultima cosa, qui la mensa costa 2.20 € pane zuppa piatto dolce bibita, quanto costa lá a trent?
a presto nuovi comunicati.
AUGURI LUCA!
giovedì 11 settembre 2008
uni
alla scuola superiore di educazione di lisbona, a benfica, quella che volevo.
quando ho saputo la notizia tutti i miei muscoli si sono rilassati come dopo una grande corsa (durata qualche mese), quella C accanto al mio nome significa che sono stato preso, che comincio lunedí 22.
pronti, partenza, via...
comincia adesso
.
.
.
yeah
.
.
.
venerdì 5 settembre 2008
penso meno stress e piú farfalle
addio al celibato
giovedì 4 settembre 2008
colloqui
lunedì 1 settembre 2008
il cartellino
quindi ora vado in pausa pranzo, con nessun collega, fortunatamente per loro.
operazione grandi numeri
ora procederemo all operazione GRANDI NUMERI cioé mandare curriculum a tutti i contatti possibili immaginabili che trovo, qualcosa arriverá.
...NON ABBIAMO MAI DETTO CHE SAREBBE STATO FACILE...
giovedì 28 agosto 2008
ASPETTANDO UNI E LAVORO
non mi sono dimenticato di voi amici lettori, solo non ho internet ne testa per il blog.
grazie ancora dani e erica e claudia e chiara.
a presto nuove strabilianti notizie
(non cancellate il blog dalle vostre memorie o dai preferiti)
sabato 2 agosto 2008
mercoledì 30 luglio 2008
lo-se-lo-se-lo-se-lo-se-lo-se-losegol
11.
martedì 29 luglio 2008
domenica 27 luglio 2008
martedì 8 luglio 2008
avviso ai lettori e ai lisboneti
lunedì 7 luglio 2008
iscritto
lunedì 30 giugno 2008
confesso
il sole, l'estate, la nostra nuova casa senza internet, lo stress pre esame, la fine della scuola e altri motivi che ora non mi ricordo ostacolano il progredire del blog.
non nascondiamoci dietro un dito, casomai dietro un ombrellone
giovedì 12 giugno 2008
niente dinuovo sul fronte occidentale
giovedì 5 giugno 2008
un sasso avvolto in un report
martedì 3 giugno 2008
le letture dell'emigrante
giovedì 29 maggio 2008
festival dell'economia
il flusso
martedì 13 maggio 2008
il triangolo no...
a partire dalle ore (boh) 18.30 circa
IL TRIANGOLO DEL BER(E)-MUDA
accorrete numerosi siete tutti invitati!
lunedì 12 maggio 2008
martedì 6 maggio 2008
ricerca di mercato
mi potreste dire se la casa editrice
domenica 4 maggio 2008
dagli al clown incompetente
giovedì 24 aprile 2008
e io contavo i denti ai francobolli...
a poesia está na rua
domani é il 25 aprile. qui e in italia. VIVA! forse andiamo a festeggiarlo nel rosso Alentejo, o a Baleizão, dove il regime di salazar, nel '54 ha ucciso Catarina Eufémia, una ragazza incinta a capo di uno sciopero di contadini che chiedeva "trabalho e pão". oppure a Odemira, sempre nell'Alentejo, dove c'é il festival del folklore. in realtá noi giovani volontari europei ( e janeca) [hihhi] cerchiamo solo una sagra, una spina della birra e magari dei vecchi che ci raccontino delle cose sul 25 aprile.
e poi sabato arrivano la marti e l ila yuuhuu.
BUON 25 APRILI
(prima che dell'utri ce lo cancelli, cazzo)
lunedì 21 aprile 2008
domenica 20 aprile 2008
mercoledì 16 aprile 2008
le mie (sbagliate) ragioni
giovedì 10 aprile 2008
parto (voce del verbo partire, non sostantivo di partorire)
martedì 8 aprile 2008
una nuova estate
venerdì 28 marzo 2008
io sono qui
mercoledì 26 marzo 2008
feira da ladra
lunedì 24 marzo 2008
dubbi dubbi e ancora dubbi
lunedì 17 marzo 2008
pescatore
buona pesca ci sarà
e canta le tue canzoni
che burrasca calmerà
pensa pensa al tuo bambino
al saluto che ti mandò
e tua moglie sveglia di buon mattino
con Dio di te parlòcon Dio di te parlò
Dimmi dimmi mio Signore
dimmi che tornerà
l'uomo mio difendi dal mare
dai pericoli che troverà
troppo giovane son io
ed il nero è un triste colore
la mia pelle bianca e profumata
ha bisogno di carezze ancora
ha bisogno di carezze ora
Pesca forza tira pescatore
pesca e non ti fermare
poco pesce nella rete
lunghi giorni in mezzo al mare
mare che non ti ha mai dato tanto
mare che fa bestemmiare
quando la sua furia diventa grande
e la sua onda è un gigante
la sua onda è un gigante
Dimmi dimmi mio Signore
dimmi se tornerà
quell'uomo che sento meno mio
ed un altro mi sorride già
scaccialo dalla mia mente
non indurmi nel peccato
un brivido sento quando mi guarda
e una rosa egli mi ha dato
una rosa lui mi ha dato
Rosa rossa pegno di amore
rosa rossa malaspina
nel silenzio della notte ora
la mia bocca gli è vicina
no per Dio non farlo tornare
dillo tu al mare
è troppo forte questa catena
io non la voglio spezzare
io non la voglio spezzare
Pesca forza tira pescatore
pesca non ti fermare
anche quando l'onda ti solleva forte
e ti toglie dal tuo pensare
e ti spazza via come foglia al vento
che vien voglia di lasciarsi andare
più leggero nel suo abbraccio forte
ma è così cattiva poi la morte
è così cattiva poi la morte
Dimmi dimmi mio Signore
dimmi che tornerà
quell'uomo che sento l'uomo mio
quell'uomo che non saprà
che non saprà di me,di lui e delle sue promesse vane
di una rosa rossa qui tra le mie dita
di una storia nata già finita
di una storia nata già finita
Pesca forza tira pescatore
pesca non ti fermare
poco pesce nella rete
lunghi giorni in mezzo al mare
mare che non ti ha mai dato tanto
mare che fa bestemmiare
e si placa e tace senza resa
e ti aspetta per ricominciare
e ti aspetta per ricominciare
(Pierangelo Bertoli)
[ma nella versione di Fiorella Mannoia]
giovedì 13 marzo 2008
Furto sventato
mercoledì 12 marzo 2008
piccole cose senza importanza
Un po' é vero che qui lo stereotipo del giovane italiano é quello di un fighetto che i boxer fuori dai pantaloni e le maglie rosa o quello di uno sfattone coi dreads che si fa mille canne, e io non rientro in nessuno di questi stereotipi. ma, in ogni caso, sembro un russo, cazzo?
formazione d'arrivo
mercoledì 5 marzo 2008
martedì 4 marzo 2008
chapito.drakula.
3 attori sudati
3 bauli
30 cappelli
3 bicchieri di plastica
mille ore di preparazione
Storia:
I genitori di Drakula sono tristi perché il loro figlio ha male ai denti, quindi decidono di chiamare un famoso dottore londinese e farlo venire in Transilvania a vedere il figlio, il conte Drakula. Il dottore parte con sua moglie, arriva in Romania e consiglia un trapianto di denti al conte. Drakula quindi va a Londra per il trapianto, ma nel frattempo si innamora della moglie del dottore. Con i denti nuovi Drakula é un vero serial killer e alla fine Scotland Yard lo arresta e gli toglie i denti nuovi. La moglie del dottore lo aiuta ad evadere e gli procura una nuova dentatura puntuta, poi logicamente diventa un vampiro pure lei e scappano assieme. Allora il dottore decide di chiamare Van Helsing per trovare i due fuggitivi. Van Helsing arriva con due amici, provano a tendere una trappola alla coppia succhiasangue, ma sono trasformati in vampiri pure loro. Finale al buio con i 3 vampiri cacciavampiri che si dirigono lentamente verso il pubblico.
Morale:
zio paperone
lunedì 3 marzo 2008
domenica 2 marzo 2008
o publico
giovedì 28 febbraio 2008
L'alienazione / 1
Una notte, il camiciaio ricevette la visita di un angelo. Alle prime luci si sveglió, colto dalla rivelazione. Fu in piedi in un salto.
La prima cosa che fece fu di cambiar nome alla ditta, che passo a chiamarsi Uruguay Sociedad Anónima, patriottica voce che in sigla suona : U.S.A. Come seconda cosa, appiccicó ai colletti delle sue camicie un'etichetta con su scritto Made in U.S.A., il che era perfettamente veritiero. La terza cosa fu quella di vendere le camicie agli sciocchi. E come quarta cosa pagó i debiti e fece quattrini.
Eduardo Galeano
Il libro degli abbracci